Il giardino segreto

Pur avendo visto moltissime volte il film, che adoro, non avevo mai letto il libro da cui è tratto. E ho fatto male! Scritto da Frances Hodgson Burnett, è un libro dolce e delicato, racconta la storia di Mary e della sua evoluzione. Presentata dall’autrice stessa come una bambina viziata ma non amata, antipatica e scontrosa la vediamo sbocciare parallelamente alla rinascita della natura. All’arrivo di Mary la brughiera inglese in cui si trova catapultata è spenta e grigia, ma con il passare del tempo sarà il centro di un’esplosione di colori e di vita. Proprio come anche Mary.

“Una delle cose più strane della vita è che solo raramente si ha la certezza di essere immortali. Capita qualche volta alzandosi nel momento tenero e solenne dell’alba e andandosene fuori da soli, quando si getta la testa all’indietro, si guarda in alto e si osserva il cielo pallido che lentamente si colora di rosso e tutte le altre cose splendide e sconosciute che accadono in quegli attimi, finché l’Est si commuove e il nostro cuore rimane immobile di fronte alla maestosità, sempre identica, del sorgere del sole…”󠀠

La Burnett era appassionata di botanica e con le sue magnifiche descrizioni riesce a trasmettere perfettamente questo suo amore. Mi è sembrato di essere veramente nella brughiera, di percepirne i profumi e i rumori


Nonostante si tratti di un libro per ragazzi i messaggi contenuti in questo romanzo sono potenti e colpiscono dritto al cuore, anche dei lettori adulti. Insieme a Mary scopriamo l’importanza dell’amicizia, il valore della condivisione e la magia della natura. Mi sono realmente commossa a leggere della rinascita del giardino e soprattutto delle emozioni provate da Mary davanti ad esso. 

Se pur con una prosa semplice, Il giardino segreto si è rivelato essere una lettura coinvolgente ed emozionante, soprattutto considerato che si tratta di un romanzo di formazione! Un libro che consiglio a tutti i piccoli lettori ma anche ai lettori adulti che vogliano emozionarsi. 

Il glossario dell’editoria: il pitch di un libro

Il pitch è una breve (a volte brevissima!) presentazione di un progetto. Viene usato nel cinema, ma anche in editoria. Serve a convincere chi ascolta che la vostra storia è buona, talmente tanto che vale la pena essere pubblicata.

Come fare un pitch fatto bene? Leggendo il nostro articolo potrete prepararvi al meglio!

Partite annotando le parole chiave del concetto che volete esprimere, qual è l’atmosfera del vostro libro? Cosa volete comunicare? Cominciate a creare una mappa di tutti i punti di cui volete parlare creando una sorta di gerarchia per capire quanto tempo dedicare a ognuno.

Considerate che saranno i primi 10 secondi del vostro discorso a catturare l’attenzione dell’ascoltatore, sì gli basterà questo minuscolo lasso di tempo per farsi un’idea su di voi e sulla vostra storia.  Iniziate, quindi, con una bella frase ad effetto!

A questo punto sappiate di avere ancora dai 20 ai 90 secondi, potete farcela!

Proseguite spiegando come si sviluppa la vostra storia, ma ricordate che la brevità è una degli elementi essenziali di un pitch. Dovrete essere chiari e concisi, senza mai dimenticare quel giusto tocco di originalità per non permettere a nessuno di distrarsi. 

La regola d’oro per ogni discorso è l’esercizio quindi: provate, registratevi, fatevi ascoltare da amici e parenti. Dovrete interiorizzare quello che volete dire, in modo da farlo vostro ed essere sempre più sciolti e naturali. Non imparate a memoria quello che volete dire ma tenete a mente le parole chiave, sarà più facile non sembrare dei robot!

Dovete preparare un pitch? Che state aspettando?! Cominciate subito e buona fortuna!

Il glossario dell’editoria: le parti del libro

Tutti amiamo i libri ma li conosciamo davvero? Abbiamo deciso di dedicare la puntata #edipills di oggi alle parti che compongono i nostri amati libri e, in particolare, alle sue sezioni interne. Sapete come si chiama la prima pagina di un libro? E la differenza tra indice e sommario? Da ora in poi ogni cosa avrà il suo nome!

occhietto: è la pagina iniziale su cui sono indicati i titoli della collana o della serie del libro. 

frontespizio: nelle prime stampe vi erano trascritte tutte le informazioni sul libro con ricchi abbellimenti decorativi. Oggi questa funzione è lasciata alla copertina (per la decorazione) e al colophon (per le informazioni) quindi nel frontespizio vengono semplicemente riportati il titolo, l’autore e l’editore.

colophon: di solito segue il frontespizio, in esso sono indicate le informazioni sulla traduzione (eventuale), sulla casa editrice, il copyright, il numero di edizione, il luogo e la data di stampa.

incipit: è l’inizio del libro, quello che fin da subito dovrebbe riuscire ad attirare il lettore. Potrebbe essere considerato come la porta per entrare nella storia. Il prologo, ad esempio, è un tipo di incipit. 

explicit: come facilmente intuibile, è la conclusione di un libro. Altrettanto importante, dato che un brutto finale può rovinare un interamente un’esperienza di lettura.

indice: è l’elenco ordinato delle parti che compongono il libro, di solito sono indicati anche i numeri di pagina in cui i vari capitoli iniziano. Può trovarsi all’inizio o alla fine del libro. Spesso viene confuso con il sommario che invece riporta brevemente il contenuto dei capitoli. Di solito si trova alla fine del libro ma anche del capitolo a cui si riferisce.

Glossario dell’editoria: battute e cartelle

Come in ogni settore professionale anche nell’editoria esistono termini specifici, alcuni tecnici, altri di uso più comune. In ogni caso tutti gli attori del settore editoriale dovrebbero parlare la stessa lingua. Quindi abbiamo pensato di dedicare gli articoli della rubrica Edi pills di maggio proprio a quelle definizioni che possono tornare utili a chiunque si avvicini a questo mondo. 

Oggi, in particolare, ci soffermiamo su due termini semplici ma fondamentali: la battuta e la cartella.

Con battuta si intende il carattere e lo spazio da questo occupato in una pagina, anche lo spazio tra una parola e l’altra è tenuto in considerazione nel totale. È fondamentale, ad esempio, per calcolare il compenso di un traduttore. Il totale delle battute, infatti, rappresenta la cartella. 

La cartella è l’unità di misura universale usata per i dattiloscritti. In editoria solitamente si contano 1800-2000 battute per ogni cartella, nel settore commerciale è più comune la cartella da 1500 battute. Indicativamente una pagina word è composta da 30 righe da 60 battute ognuna. 
È utile sapere di cosa si tratta soprattutto a chi deve scrivere un testo di una lunghezza specifica, ad esempio un articolo o per stabilire il compenso di editor e correttori di bozze. 

Ecco, queste sono le battute e le cartelle. Avete dubbi o domande? Se volete conoscere delle parole in particolare fatecelo sapere nei commenti, ne parleremo la prossima settimana!

Pubblicazioni

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Disponibile in ebook e cartaceo

“Firmamento” di Sebastiano Testini

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“Anemone pensa che non sarà mai intera, avrà sempre delle crepe irreparabili, dei punti di frattura, delle lacerazioni che non hanno cura. Non conosce altro modo per darsi un po’ di pace, così mette tutto su carta e poi su note. La strategia pare funzionare il più delle volte.”

Anemone suona il basso per passione. Lei la musica la sente sotto la pelle, la vive. È solo così che riesce a trovare rimedio alla sua sofferenza. Nella sua vita ha imparato a scappare dal suo dolore, ma quando il buio ce lo hai dentro non puoi scappare a lungo e alla fine ti presenta il conto. È così che un pomeriggio di novembre Anemone si sveglia in ospedale dopo aver tentato il suicidio. Ma perché lo ha fatto? “Firmamento” è una storia amara e dolce, come i diciotto anni di Anemone. Una storia diretta a chi pensa di non farcela e crede che il suo futuro sia scivolare per sempre. Quella di Anemone è una storia fatta di cadute, improvvise speranze e anche delusioni, che ci ricorda che a volte serve tanto coraggio per rimettersi in piedi. Ma ne vale la pena.

Scansiona i Qr Code e avrai accesso a una raccolta di audio dedicata ai lettori di “Firmamento” per immergersi, capitolo dopo capitolo, nella storia di Anemone attraverso pensieri e suggestioni.

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Copertina Racconti di storie irrilevanti Matteo Deraco ebook libri raccolta di racconti edilab edizioni casa editrice digitale

Disponibile in ebook e cartaceo

“Racconti di storie irrilevanti” di Matteo Deraco

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“Il tempo di ieri, quello andato, diventa piano piano nostalgia, quasi malinconia. Il passare delle giornate sfuma i ricordi e le cornici immaginarie delle fotografie dei momenti passati iniziano ad assumere contorni sempre più fumosi, sempre più confusi. Restano le immagini, restano i suoni, a volte i profumi, di quel che è stato.”

La città di Roma fa da sfondo a questa raccolta di racconti, presenza costante con i suoi luoghi, ma soprattutto con la sua cultura e atmosfera. Tra riflessioni schiette e confessioni senza freni, l’autore si spoglia, scavando nella propria interiorità. Matteo, dopo anni passati a bramare la solitudine si interroga su quanto il mondo intorno a lui sia cambiato, e cerca un posto in cui finalmente essere se stesso, libero dai preconcetti e dai giudizi degli altri.

Scansiona i Qr Code che troverai tra le pagine della raccolta per immergerti in questa esperienza di lettura attraverso la musica che l’ha ispirata.

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Copertina Regali da vivere Chiara della Monica romance edilab edizioni casa editrice digitale

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“Regali da vivere” di Chiara Della Monica

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“Ho il cuore rotto e l’anima devastata. È come se camminassi nel deserto, ogni granello di sabbia rappresenta una bugia detta. E più cammino, più i piedi affondano tra quei granelli dorati. Ho sempre più sete. Sete di risposte e di verità. Ma allo stesso tempo non voglio più sapere nulla.”

Quanto può restare rotto un cuore? L’amore a volte sa essere davvero crudele, può spezzarti con una sola frase. Giovanna lo sa bene e, ormai distrutta, si rifugia nella casa delle vacanze dell’amica. Avrà tutta l’estate per restare da sola e trovare un nuovo equilibrio. I giorni sembreranno passare tutti uguali, finché qualcosa la sconvolgerà. Nei luoghi incantevoli della Costiera Amalfitana si troverà a vivere una vera avventura: inaspettati incontri, posti da scoprire e nuove esperienze culinarie saranno la sua quotidianità. Basterà tutto questo per ricucirle il cuore e aiutarla a ritrovare se stessa?

Scansiona i Qr Code che troverai tra le pagine del romanzo per vivere i luoghi che lo hanno ispirato.

Giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore 2020

Oggi ricorre la Giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore. Vogliamo cogliere l’occasione e parlarvi del diritto d’autore per cercare di fare luce su una materia ancora (purtroppo) oscura a molti. 

Come è facilmente intuibile, il diritto d’autore, tutela le creazioni di un autore. Oltre ai diritti patrimoniali, all’autore vengono riconosciuti anche i diritti morali sull’opera. Questo vuol dire che l’autore dispone in modo esclusivo della sua opera, può rivendicarne la paternità, decidere se pubblicarla, opporsi a ogni sua modifica, autorizzare ogni tipo di utilizzazione e ricevere i relativi compensi derivanti dalla pubblicazione. 

Cosa devi sapere?

  1. Il diritto d’autore nasce con la creazione dell’opera stessa, non è necessaria una rivalsa formale
  2. Vengono tutelate tutte le forme che abbiano “carattere creativo” come libri, fotografie, immagini, testi musicali…
  3. Si estendono anche oltre la morte dell’autore (70 anni)
  4. L’autore può cedere in tutto o in parte i suoi diritti patrimoniali
  5. In caso di violazione sono previste sanzioni civili, penali e amministrative

Un po’ di storia

Nonostante possa sembrare un concetto del tutto moderno, il diritto d’autore è da sempre argomento di discussione. Già nel Cinquecento a Venezia era diffusa la pratica del “privilegio”, prima esclusivamente per gli editori e gli stampatori, e poi anche per gli autori in quanto fautori del lavoro creativo e quindi della fatica connessi alla scrittura. 

Questa pratica rimane, più o meno intatta, per tre secoli, quando la diffusione della scrittura come vero e proprio mestiere richiede un aggiornamento della materia. Dato che ancora non esisteva uno Stato italiano si diffondono numerosi decreti che hanno validità solo per i singoli Stati in cui erano stati emanati. La prima legge italiana arriva nel 1865 con l’unificazione.

La legge che conosciamo oggi deriva dalla normativa emessa in epoca fascista nel 1942 (guarda caso fu emanata proprio oggi!) ma la comunicazione digitale e globale degli ultimi anni ha reso necessario un importante aggiornamento della normativa.  

Nel 2019 infatti è stata approvata la riforma copyright UE per arrivare a un più equo rapporto tra i big (google, facebook, youtube) e gli autori di contenuti creativi. 

La riforma però ha scatenato accese polemiche, in particolare sugli articoli 11 e 13. Tanto che nuove modifiche si sono rese necessarie. 

Attualmente la normativa (art. 11) prevede per gli editori la facoltà di accordarsi con le piattaforme online per farsi pagare l’utilizzo dei contenuti. Mentre passa alle piattaforme (medie e grandi) l’obbligo di verificare che i contenuti pubblicati non violino le normative copyright, nella precedente versione era obbligo degli autori stessi. 

Purtroppo ancora oggi gli strumenti ideati in alcuni casi risultano essere troppo deboli e lenti rispetto alla velocità con cambia il mondo dell’informazione

Il giro del Mondo in 5 libri

Per questo Edi Journey il tour dei luoghi letterari ci porta davvero in giro per il Mondo. Una sola tappa e cinque continenti! Abbiamo scelto i libri che ci sono rimasti nel cuore, che ci hanno fatto viaggiare con la fantasia e ci hanno permesso di immaginare di essere proprio in quei luoghi.

Buon viaggio!

Edi Journey viaggio letterario mondo libri casa editrice digitale

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America – New York

New York è una finestra senza tende di Paolo Cognetti è molto più di una “guida” su New York. L’autore ci racconta i suoi viaggi nella Grande Mela, facendoci assaporare ogni angolo più remoto della città. Il lettore può visitare la città sentendosi come un vero e proprio cittadino, e non un semplice turista. Ogni luogo è descritto attraverso la sua storia, i suoi colori e i suoi profumi, numerosi sono anche i riferimenti letterari. Questo testo vi porterà a viaggiare tra Manhattan, Brooklyn, Williamsburg e Coney Island. 
Scelto perché: Ho usato questo testo per costruire il mio primo viaggio a New York. Cognetti coglie perfettamente l’atmosfera che si vive in questa città dai mille volti e che non può essere immortalata in un’immagine statica. 

Qui il sole mi indica la strada, le ombre dei grattacieli a mezzogiorno sono l’ago della mia bussola. 

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Europa – Danimarca

Le fiabe di Andersen non sono le solite fiabe a cui siamo abituati. L’autore danese non ha semplicemente raccolto la tradizione popolare per trasformarla in letteratura. Andersen ha preso la forma narrativa della fiaba per rivoluzionarne totalmente lingua e temi. Nelle sue fiabe si parla di dolore, solitudine e pregiudizi. Ciò che più affascina è la profonda sensibilità che traspare dalla sua scrittura. Con i suoi personaggi profondamente umani e radicati nel reale, infatti, vuole rivolgersi agli adulti e non ai bambini. 
Scelto perché: Con 156 fiabe Andersen ci permette di immergerci totalmente nell’atmosfera del Nord. 

Il mare appariva come una volta eterea, come un cielo solido e senza stelle sotto di noi, e nell’aria trasparente si perdeva nell’immensità; nessuna striscia, scura o luminosa, limitava l’orizzonte; c’era una chiarità, una vastità infinita, che non si può dipingere né descrivere, se non nella profondità eterna del pensiero

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Africa – Nigeria

Il crollo di Chinua Achebe è considerato il primo romanzo della letteratura africana post-coloniale. La  vita del protagonista, Okonkwo, è totalmente votata al rispetto della ritualità e delle tradizioni: vive di agricoltura assecondando i tempi lenti delle stagioni. Il solo sentimento al quale permette di abbandonarsi è la rabbia, niente per lui è più deprecabile della debolezza. Okonkwo in tutto e per tutto sembra essere la descrizione di quello che Conrad identificava con il selvaggio e che i bianchi, con il loro arrivo, distruggeranno completamente. 
Scelto perché: Achebe ci parla di civiltà negate e annientate dalle culture dominanti con il ritmo narrativo delle leggende africane ma sceglie di farlo in inglese, la lingua dei colonizzatori, veri destinatari del suo messaggio. 

Fra gli Ibo c’è un proverbio, un uomo che non sa dire dove la pioggia lo ha colpito non sa neppure dove il suo corpo si è asciugato

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Asia – Giappone

In Le quattro casalinghe di Tokyo Natsuo Kirino racconta la storia di quattro donne molto diverse nel carattere ma che si trovano a vivere le stesse difficoltà di una vita vuota e costretta nella routine. Casa, figli, lavoro, matrimonio. Fino a che una di loro, Yayoi, non uccide il marito violento e tutte e quattro si trovano unite in questo dramma familiare. La Kirino tratteggia così un profilo affascinante di Yayoi, Yoshie, Kuniko e Masako, le protagoniste. Il punto di vista sempre diverso le permette di mettere in luce le diverse sfaccettature dell’animo umano con una scrittura cruda che non risparmia niente al lettore. 
Scelto perché: Il Giappone di Natsuo Kirino è contemporaneo e lontano dalle atmosfere oniriche e delicate a cui siamo abituati di solito pensando a questo Paese ma che meritano di essere conosciute.

Perché c’è sempre qualcosa che non va esattamente come si desidera. È colpa del destino

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Oceania – Australia

La città in riva al fiume è uno degli ultimi romanzi di Thomas Keneally. Attraverso gli occhi di Tim Shea, un immigrato irlandese, tratteggia con estrema accuratezza la vita nei primi del Novecento a Kempsey, una piccola città vicino Sidney. Racconta la lotta morale di un uomo comune che deve inserirsi in una società “nuova”. Sullo sfondo, la lotta di un popolo che deve trovare il proprio posto in un luogo che a volte si rivela profondamente ostile. 
Scelto perché: Keneally riesce a entrare magistralmente nella psicologia dei suoi personaggi trasformando una storia ordinaria in una narrazione avvincente e intrigante. Le sue descrizioni dell’Australia riescono persino a farti sentire il calore sulla pelle.

Questa era la terra che li avrebbe accolti. E proprio per questo loro l’avrebbero nutrita.

Il Signore degli Anelli

In un buco nella terra viveva uno hobbit. Non era un buco brutto, sudicio e umido, pieno di vermi e intriso di puzza, e nemmeno un buco spoglio, arido e secco, senza niente sicuri sedersi né da mangiare: era un buco hobbit, vale a dire comodo.

Questo celebre inizio è inconfondibile, come il simbolo di una casa di produzione cinematografica avvolta da nubi nere. Non potevo non usare questo incipit per l’argomento che affronteremo. Cercherò di trattare questo tema da fan (come il resto di voi) cercando di non omettere niente ed essere più esaustivo possibile. Penso di avervi già fatto perdere troppo tempo. Buona lettura!

Oggi vorrei parlare di un autore che per anni con il suo genio (a volte incompreso) è riuscito a dividere le opinioni di grandi uomini dell’editoria come Mondadori e l’allora collaboratore della casa editrice, Elio Vittorini. I due, infatti, per molto tempo sono stati di opinioni discordanti sul pubblicare o meno le prime opere di Tolkien. Rifiutato per ben due volte dalla casa editrice milanese (nel 1954 e nel 1962) la sua prima opera La compagnia dell’anello giungerà sugli scaffali delle librerie italiane solo nel 1967 grazie all’intuizione di un editore minore, il romano Mario Ubaldini.

Già! Molti di voi avranno intuito, il padre di un genere che in quegli anni in Italia era ancora sconosciuto è sbarcato nel nostro paese quasi in sordina, nessuna pompa magna. Proposto dalla sua casa editrice inglese Allen & Unwin ai grandi pilastri dell’editoria italiana ha ricevuto battute d’arresto con flebili scuse sulla sua impraticabilità alla pubblicazione, in quanto il grande pubblico in quel preciso momento storico, secondo le loro analisi, desiderava comprare tutt’altro genere.
A mio avviso solo perchè nessuno aveva mai proposto un genere leggero, un genere in cui tutti potessero immedesimarsi, un genere in cui amare il proprio eroe. Un romanzo in cui poter vivere avventure e trovarsi dentro leggende capaci di trasportarti in pochi istanti in un mondo fantastico popolato da creature di ogni tipo, da elfi capaci quasi di sovvertire le sorti di ogni creatura fino ai possenti nani in grado di creare gallerie di immani proporzioni proprio sotto i tuoi piedi.

E in quel momento le loro mani s’incontrarono e si strinsero, ma essi non lo sapevano.
E continuavano ad attendere qualcosa.

Se l’editore romano ha il primato della scoperta, però neanche qui possiamo chiudere con un lieto fine, infatti nemmeno Ubaldini riesce a dare il giusto lustro al padre di un genere appena nato. Tolkien infatti deve aspettare altri tre anni per conoscere la gloria nel nostro bel Paese, grazie all’edizione di Edilio Rusconi, l’innovativa casa editrice si impone con abili mosse oscure a gran parte dei suoi competitor. Ascoltare il proprio autore.
Non vi prendo in giro, ma è la sacrosanta verità, Rusconi segue alla lettera le istruzioni impartitegli da Tolkien stesso, ad esempio far uscire in un unico volume quello che sarà il suo masterpiece. Il “lieto fine” dopo questo walzer di autori che si sono succeduti lo troviamo nella Bompiani che nel 1999 ne acquisisce i diritti e che sotto la saggia guida di Elisabetta Sgarbi trova il suo equilibiro definitivo.

Ma scopriamo le origini di questo grande genio letterario: nato in Africa nel 1892, da genitori inglesi, ritorna dopo soli 3 anni in Inghilterra con la madre e il fratello. Il padre – che non prende parte al viaggio – muore poco dopo in seguito a una malattia che lo tormentava da tempo. I successivi anni inglesi però non portano bene ai Tolkien. A causa delle condizioni economiche in cui versa la famiglia sono costretti non solo a cambiare casa più volte ma anche ad abbandonare la prestigiosa scuola che stava frequentando per una di livello più modesto.
Ma si sa, proprio davanti alle avversità, solo i grandi hanno la forza e il coraggio di rialzarsi: vince infatti una borsa di studio che gli permette di frequentare nuovamente le lezioni della sua vecchia e amata scuola, dove poi completerà gli studi.
La figura della madre e del sacerdote hanno segnato profondamente la cultura e le passioni del giovane Tolkien. È grazie a Morgan che svilupperà un interesse per le lingue classiche, il gotico e il finnico. Ma ancora più importante è l’amore per la madre che lo porta a conservare nel suo cuore e nei meandri della sua mente una passione sconfinata per le leggende e le fiabe. Fra circoli letterari, libri e mondi immaginari trova il tempo anche per coltivare un’amicizia che sfocia in un grande amore per Edith Bratt, ma può esternare tutto questo suo sentimento solo al compimento dei 21 anni.

La coesione di leggende e fiabe porterà il giovane Tolkien a immaginare fin dall’inizio i confini di Arda, purtroppo il suo destino, come quello di molte grandi menti europee è legato a quell’orribile mostro che riesce a spazzare milioni di vite come una leggera brezza marina. La guerra. Arruolato volontario, sposa Edith prima di lasciare Londra, parte per il fronte (nessun corso di addestramento può mai formarti a cosa andrai ad affrontare) e viene subito spedito in trincea, li trovano la morte due dei suoi migliori amici, ma Tolkien dopo sei mesi a causa di una malattia viene rispedito a casa.

Che dire ancora, da qui in poi per lui gli anni successivi sono in discesa, vari titoli arricchiscono la sua già onorevole carriera accademica, la sua vita migliora con la nascita dei suoi tre figli e la quantità di opere prodotte in quegli anni è incalcolabile. Opere che ci hanno catapultati ad Arda con la forza e con la violenza che solo un pugno allo stomaco può fare, ma appena rialziamo la testa ci rimane solo lo stupore puro e vero da bambini.