Letteratura rosa: genere per non lettori?

Qualche settimana fa su instagram ci siamo confrontati su come viene percepita la letteratura rosa, spesso guardata con negatività dalla critica ma anche dai lettori stessi che considerano alcuni titoli “non letture”. Insieme ai gialli è il genere che avvicina alla lettura e traina quasi interamente il mercato editoriale con vendite sempre altissime. Ci siamo, quindi, chiesti quali siano gli elementi vincenti di un genere (bistrattato) che funziona da oltre SETTANTA anni.

Il romanzo rosa come lo conosciamo oggi è un fenomeno esploso negli anni Cinquanta negli Stati Uniti con la fondazione della Harlequin, una casa editrice specializzata nel genere. Fino a quel momento era il romance inglese a catturare l’attenzione del pubblico (principalmente femminile). Gli elementi narrativi sono gli stessi, al centro un amore più o meno impossibile che porta sempre a un happy ending. A cambiare radicalmente sono le protagoniste, non più donne-angelo idealizzate ma donne “emancipate” e anche spregiudicate! I volumi della collana sono pensati principalmente per le casalinghe in cerca di letture leggere e di puro intrattenimento.  

Negli anni Ottanta Mondadori intercetta un buco nella proposta editoriale italiana e decide di investire proprio nella letteratura rosa. Così dall’unione della Harlequin con Mondadory nasce Harmony, la collana italiana interamente dedicata al genere. Fino a quel momento le lettrici italiane in cerca di letteratura amorosa dovevano accontentarsi di quelle pubblicate dalle testate giornalistiche. 

Sicuramente la serialità gioca un ruolo chiave: le trame, i personaggi e i dialoghi seguono schemi fissi che contribuiscono a rendere i singoli volumi parte di una stessa collana. Fondamentale anche il loro aspetto: le copertine con la stessa impostazione grafica per essere immediatamente riconoscibili, il basso prezzo e la diffusione tramite le edicole e i supermercati per raggiungere un più ampio pubblico (anche chi tendenzialmente non frequenta librerie), la carta resistente per resistere nel tempo. Ogni più piccolo dettaglio è studiato nei minimi particolari per la costruzione della fidelizzazione del lettore, scopo di ogni casa editrice.

Trattandosi di letteratura di consumo è chiaro che l’intento non sia quello di acculturare ma di intrattenere. Ognuno, quando sceglie un libro, ha in mente un preciso scopo. Non scelgo un romance se cerco un’altissima qualità letteraria. La letteratura rosa, proprio come ogni altro genere, si rivolge a un pubblico specifico (che è sicuramente diverso da quello dei classici, ad esempio). Non per questo deve essere considerata inferiore. Quello che conta, come sempre, è la prospettiva.

Cosa ne pensate? Leggete romanzi rosa?