È ormai noto a tutti che l’avvento dei social network abbia cambiato il modo di comunicare. Questo ha avuto un riflesso diretto sulla grafica che altro non è che comunicazione visiva. Se per anni ha dominato il modello del broadcast, ovvero un messaggio unico diretto a un ampio pubblico che non interagiva, adesso la comunicazione è indubbiamente più rapida e, soprattutto, interattiva.
Di questo deve assolutamente tenere conto il grafico editoriale il quale si occupa di ideare efficaci strumenti di comunicazione per trasmettere un determinato messaggio. In una casa editrice, infatti, un grafico non si limita alla sola impaginazione o alla progettazione delle copertine. Come abbiamo già visto, infatti, è fondamentale che un libro sia immediatamente riconducibile al suo editore ma non è l’unico elemento che contribuisce alla costruzione del brand identity.
Ogni progetto di grafica editoriale deve rispettare la cosiddetta “immagine coordinata” cioè essere coerente con l’identità visiva della casa editrice. È compito del grafico garantire la coerenza di ogni pubblicazione. Il grafico editoriale, quindi, si occupa della progettazione del logo, dell’aspetto del sito, della scelta dei font e dei colori da utilizzare. Niente è lasciato al caso.
Proprio perché un’immagine può avere molteplici interpretazioni la difficoltà più grande è forse quella di riuscire a tradurre il linguaggio verbale in uno visivo, mantenendo lo stesso intento comunicativo. Per questo motivo il grafico deve intrattenere un dialogo costante con autore, editor, illustratore e direttore marketing.
Come avrete capito la sua figura è essenziale! A me piace pensare al grafico editoriale come una sorta di regista della comunicazione che deve costantemente coniugare l’essenza estetica con una di tipo funzionale.