Il glossario dell’editoria: il pitch di un libro

Il pitch è una breve (a volte brevissima!) presentazione di un progetto. Viene usato nel cinema, ma anche in editoria. Serve a convincere chi ascolta che la vostra storia è buona, talmente tanto che vale la pena essere pubblicata.

Come fare un pitch fatto bene? Leggendo il nostro articolo potrete prepararvi al meglio!

Partite annotando le parole chiave del concetto che volete esprimere, qual è l’atmosfera del vostro libro? Cosa volete comunicare? Cominciate a creare una mappa di tutti i punti di cui volete parlare creando una sorta di gerarchia per capire quanto tempo dedicare a ognuno.

Considerate che saranno i primi 10 secondi del vostro discorso a catturare l’attenzione dell’ascoltatore, sì gli basterà questo minuscolo lasso di tempo per farsi un’idea su di voi e sulla vostra storia.  Iniziate, quindi, con una bella frase ad effetto!

A questo punto sappiate di avere ancora dai 20 ai 90 secondi, potete farcela!

Proseguite spiegando come si sviluppa la vostra storia, ma ricordate che la brevità è una degli elementi essenziali di un pitch. Dovrete essere chiari e concisi, senza mai dimenticare quel giusto tocco di originalità per non permettere a nessuno di distrarsi. 

La regola d’oro per ogni discorso è l’esercizio quindi: provate, registratevi, fatevi ascoltare da amici e parenti. Dovrete interiorizzare quello che volete dire, in modo da farlo vostro ed essere sempre più sciolti e naturali. Non imparate a memoria quello che volete dire ma tenete a mente le parole chiave, sarà più facile non sembrare dei robot!

Dovete preparare un pitch? Che state aspettando?! Cominciate subito e buona fortuna!

Come comunica l’ufficio stampa

Spesso mi è capitato di sentire dire che una volta pubblicato un libro, il più del lavoro è fatto. Niente di più sbagliato! Non basta dare alle stampe qualcosa perché i lettori ne vengano a conoscenza. Solo nel 2019 sono uscite più di SETTANTAMILA novità, le conoscete tutte? Io no!

È proprio qui che entra in gioco l’ufficio stampa. Il cui ruolo è di promuovere un libro al meglio, raggiungendo il numero più ampio possibile di lettori.
Nelle case editrici più grandi l’ufficio stampa collabora con l’ufficio eventi e l’ufficio pubblicità. In quelle più piccole è un unico team che si occupa di tutte quelle attività utili a dare voce a un libro. 

Ma quali sono i principali strumenti di lavoro di un addetto stampa?

1. La rete: ogni libro deve essere “comunicato” al proprio target di riferimento, è impensabile proporre tutto a tutti. Un buon addetto stampa deve conoscere i propri interlocutori per massimizzare l’efficacia del proprio lavoro (e quello di chi lo riceve). È chiaro che, più sarà ampio il bacino di contatti e più la notizia girerà quindi l’addetto stampa dovrà costantemente curare le relazioni.

2. Il comunicato stampa: è il testo che racchiude tutte le informazioni sul libro da promuovere. È un documento pensato per gli addetti ai lavori (giornalisti ma anche bookblogger). Deve essere chiaro, ben strutturato e informativo. Dalla lettura del comunicato stampa i professionisti a cui è indirizzato devono capire la trama, i temi principali trattati e lo stile dell’autore. Per questo solitamente già nelle prime righe soddisfa le famose “5 W” del giornalismo (who, what, when, where, why). Non possono, quindi, mancare: l’immagine di copertina, il titolo, l’autore, il numero delle pagine, il prezzo e il nome della casa editrice.
Insieme al comunicato stampa si possono inviare delle copie omaggio del libro in questione per sperare in una recensione (meglio se positiva). Questo però non deve essere considerato come merce di scambio! I lettori devono fidarsi della casa editrice di cui comprano i libri e questo rapporto di fiducia viene meno se le recensioni sono falsate. 

3. La rassegna stampa: è l’attività di ricerca che serve per avere un quadro completo sull’efficacia della propria comunicazione. Dopo il comunicato stampa infatti è importante verificare la portata della risonanza e della visibilità sul pubblico: chi ha riportato la notizia? Solo i contatti diretti o anche gli “esterni”? Tutte le informazioni sono corrette? Sarebbe utile integrare con altre indicazioni?

4. Gli eventi: insieme al lancio del libro possono essere organizzate sessioni di reading, conferenze stampa o presentazioni del libro presso biblioteche, librerie o caffè letterari. Questo tipo di eventi può essere riservato agli addetti ai lavori o anche ai lettori stessi. Sono fondamentali per far conoscere l’autore, oltre che il suo lavoro. 

5. I premi letterari: la partecipazione a un premio letterario può fungere da cassa di risonanza, il libro assumerebbe tutto un altro profilo. L’ufficio stampa in questo caso dovrà individuare quale sia quello giusto per quel testo. Pensate alla pubblicità che ne ricaverebbe se vincesse! 

Come avrete capito l’ufficio stampa è il risultato della somma di molteplici competenze professionali e qualità personali. Non si esaurisce in unico “lavoro” ma è un impegno costante di cui la pazienza e la perseveranza sono la base.